Oggi pomeriggio ero affaccendato nello studio per il mio prossimo esame, ero in un periodo difficile e triste, quel periodo in cui ogni pagina diventa un macigno e in cui il ritmo di marcia ricorda quello dello zoppo che sta portando sulle sue spalle il morto a cacà. Tanto non c’è fretta…
sto cazzo! Due giorni all’appello e ciò che mi manca per giungere consapevole davanti al sosia di Mario Brega è “solo” una seconda lettura del libro, una breve schematizzazione, una lettura di questa e una sintetica assimilazione dei contenuti, molto a grandi linee (ho sempre odiato questo modo di chiamarla, forse perché non sono mai stato capace di tracciarle ‘ste grandi linee, forse perché non è tra le mie doti innate quella di imbastire trasmettendo in maniera subdola la sensazione che l’impianto generale si trovi saldo nella mia mente). Ma anche adesso non so di cosa sto parlando.
Comunque la sostanza dell’intervento è un'altra. Il libro in questione è “Dialoghi sulla Religione Naturale” del filosofo scozzese David Hume. Mentre l’andatura dello zoppo col morto in spalla procedeva lemme lemme (ma costante devo dire) tra le lettere, parole e righe (in media una paginetta 10cmx20cm ogni sedici minuti circa) del foglio, trovai l’ancora di salvataggio. Un argomento che, in questo momento della mia vita, non può che travolgermi; chi mi avesse visto dall’esterno avrebbe pensato che non condividevo nulla di quel che leggevo, e avrebbe raccontato che non facevo altro che scuotere la testa! Che dire: dentro di me credevo di stare leggendo una lettera consolatoria redatta da un Eccellentissimo onnisciente. Come se, nonostante i suoi numerosi impegni, mi stesse comunicando in modo quasi paterno che i miei mali attuali sostanzialmente, tutto sommato, nel complesso, se proprio vogliamo dirla tutta, spassionatamente, non valgono un cazzo! Ecco alcuni passi di questo affettuoso sostegno:
“ Tutta la terra è maledetta e corrotta. Una guerra continua divampa fra tutti gli esseri viventi. Necessità, fame, bisogno, stimolano il forte e il coraggioso. Paura, ansietà, terrore, agitano il debole e l’infermo(…) .
In natura ogni forte depreda il più debole e lo tiene in uno stato di terrore e di ansietà perenni. Il più debole, a sua volta, spesso depreda il più forte, lo tiranneggia, e lo molestia senza tregua. Ogni animale è dunque circondato da nemici che incessantemente cercano la sua disgrazia e la sua distruzione(…) .
Il primo affacciarsi alla vita procura angoscia al neonato e alla sua sventurata madre. Debolezza, impotenza, ristrettezze, accompagnano ogni stadio di quella vita che alla fine si chiude in agonia e orrore(…).
(Durante quella vita) Un senso di inquietitudine accompagna la loro inattività, mentre delusione, fastidi, difficoltà accompagnano la loro attività ambizione. ”
Per poi giungere spedito a questo riferimento:
Da “Paradise Lost”, J. Milton
" calcoli intestinali e ulcere, spasmi di coliche
esaltazioni demoniache, melanconie avvilenti,
follie lunatiche, atrofie affliggenti,
marasmi e devastanti pestilenze.
Terribile il dimenarsi, e profondi gemiti: DISPERAZIONE
curava i malati, affaccendata di letto in letto.
Ma su tutti trionfante, MORTE
la sua freccia vibrava, trattenendo il colpo, pur spesso invocato
con lamenti, quale bene supremo e ultima speranza. "
Dopo questo climax di angoscia, vorrei tranquillizzare coloro che sono interessati alla mia condizione interiore, con una mia dichiarazione diretta. Non sono a questo livello.
Credo nella felicità in questo mondo. Continuerò a cercare..
Intanto speriamo di ricevere anche nei prossimi due giorni la giusta spintarella che mi dia interesse per quel che studio e capacità ricettiva fulminea! E, in vista di lunedi, spero (ora credo che sto per ingannare le attese dei vari intellettuali coinvolti da questo leggero raccontino) in UNA BOTTA DI CULO CLAMOROSA… K …affinché io possa superare in modo ragionevolmente soddisfacente il mio prossimo esame. Cordialmente
A presto per un intervento riguardo la mia..incapacità di concludere ciò che inizio…
giovedì 21 febbraio 2008
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1 commento:
Non c'è niente da fare Federì... l'immagine del "filvio muccino eFiftenziale" presente in "Che ne Farà di noi" ti calza a pennello! hihihih!!
a parte gli scherzi...
rimango semplicemente sbalordita ogni volta che leggo quello che la tua mente geniale è in grado di pensare e di scrivere...
riuscirai a trovare quello che stai cercando così ardentemente...
ne sono sicura... :-)
TI VOGLIO TROPPO BENE AMICHETTO MIO!!!
un bacino!
smack! :-*******
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